L’allargamento della NATO a Est è alla base dell’escalation in Ucraina. La Russia non può accettare di ritrovarsi missili e basi NATO ai suoi confini, né può voltare le spalle alle popolazioni russe del Donbass a cui l’Ucraina nega persino l’autonomia prevista negli accordi di Minsk, condivisi dal consiglio di sicurezza dell’ONU. La neutralità dell’Ucraina e il riconoscimento dei diritti delle popolazioni delle regioni di lingua russa in uno Stato plurinazionale sono l’unica via di uscita dalla crisi. Gli USA alimentano un clima di guerra per ragioni geopolitiche ed economiche: vogliono bloccare la crescita delle relazioni economiche degli alleati europei con Russia e Cina, bloccare i gasdotti russi, costringerci ad acqui- stare il loro gas liquido, tenere alti i profitti dell’industria bellica. La guerra USA contro Russia e Cina è anche una guerra contro i suoi alleati europei. Dopo trenta anni di guerre dovrebbe essere evidente che l’atlantismo – ideologia ufficiale del PD e di gran parte delle forze politiche – contrasta con la nostra Costituzione che ripudia la guerra. I valori dell’atlantismo sono pura ipocrisia, come dimostra la presenza della Turchia di Erdogan. La NATO è un ostacolo a una democrazia globale. L’Italia deve smettere di essere suddita di USA e NATO andando contro i propri interessi. L’Italia deve fare una politica di pace, ridurre drasticamente le spese milita-ri, ritirare le truppe e le navi dall’Europa orientale e schierarsi nettamente contro la guerra.

Lunedì 24 gennaio, a seguito dei Congressi delle Federazioni Cremasca e Cremonese del Partito della Rifondazione Comunista che hanno deciso l'unificazione e la costituzione di una Federazione Provinciale, si è riunito il nuovo Comitato Politico Federale (CPF) della provincia di Cremona, con la presenza del Segretario Regionale Fabrizio Baggi. Il CPF ha eletto una Co-Segreteria, prevista dal nuovo articolo 13 dello Statuto che recita: "La funzione di Segretaria/o può, a tutti i livelli, essere svolta contemporaneamente da due persone di genere diverso"; co Segretari provinciali sono Francesca Berardi e Piergiuseppe Bettenzoli (detto Beppe).

E' stata eletta la Segreteria Provinciale, composta da Gloria Barili, Simone Antonioli, Gianni Grazioli, Andrea Volpi e Alessandro Zanola. Per la Tesoriera provinciale è stata eletta la compagna Celestina Villa. Il Collegio di Garanzia è presieduto da Gianmario Confortini, Vice presidente Enzo Rangognini, componenti Dennis Buttarelli, Eugenio Maestri, Renato Monfredini e Maura Riva. I membri del Collegio di Garanzia partecipano di diritto ai lavori del CPF, mentre il Presidente e il Vice Presidente hanno anche il diritto di voto.

Il Comitato Politico Provinciale è composto da Francesca Berardi, Beppe Bettenzoli, Serafina Arnoldi, Gloria Barili, Carmen Cafasso, Giovanna Giamei, Celestina Villa, Simone Antonioli, Gianni Grazioli, Fausto Lazzari, Serse Mostosi, Andrea Serena, Andrea Volpi, Alessandro Zanola e Luca Ziletti.

La federazione Provinciale si organizza in tre strutture zonali, il casalasco, il cremasco e il cremonese, con coordinamenti zonali autonomi sul piano dell'iniziativa politica locale, con completa autonomia anche nelle decisioni riguardanti le elezioni negli enti locali del proprio territorio. Nelle zone ove fosse presente un solo Circolo del partito, gli organismi dirigenti del Circolo hanno la funzione di coordinamento della zona.

Il Comitato Politico Federale ha deciso di dare un forte impulso alla campagna contro gli aumenti delle bollette del gas e dell'energia elettrica, per pensioni dignitose e contro l'allungamento dell'età pensionabile, impegnando tutti/e gli/le iscritti/e e i circoli nella realizzazione di banchetti per la raccolta firme sulle due petizioni popolari. Il prossimo banchetto verrà realizzato a Soncino martedì 1 febbraio 2022.

La Segreteria si impegna a nominare i responsabili dei diversi settori di intervento del partito (Sanità, Scuola, Giovani, Lavoro, Partito Sociale, Organizzazione, Informazione e Antifascismo) coinvolgendo anche le compagne e i compagni del CPF.

Il periodico @ Sinistra, diretto da Fausto Lazzari, realizzato dalla Federazione cremasca, diventerà il periodico della Federazione Provinciale, riorganizzando la redazione con il coinvolgimento di cremonesi e casalaschi.

 

Il 14 dicembre è stata pubblicata sul BUR la legge n° 22 di modifica ed integrazione del testo unico delle leggi regionali in materia di sanità (la legge 33/2009); si tratta della nuova legge sanitaria regionale lombarda.

Il 15 dicembre il presidente Fontana, la dirigenza sanitaria dell’ATS ed ASST cremonesi, il sindaco ed il presidente della provincia di Cremona, sottoscrivono la convenzione che regola la costruzione del nuovo ospedale di Cremona che sostituirà l’attuale considerato obsoleto. 330 milioni di euro.

Sulla costruzione del nuovo ospedale, dopo un avvio un po' in sordina e con qualche titubanza sulla reale possibilità che una tale operazione potesse concretizzarsi, quando si è capito che si stava entrando in una fase nella quale i denari piovevano dal cielo attraverso i fondi europei ed il PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza), quando ci hanno convinti che il debito pubblico non era più un problema, le prudenze, ed i timori sono caduti.

Da quel momento la condivisione è stata unanime e bipartisan: Dottor Rossi e dirigenza sanitaria in testa, Amministrazione e politica bipartisan di seguito, impegnati e sgomitanti nell’intento di accreditarsi la paternità di una nuova cattedrale nel deserto di un territorio da sempre svuotato di ogni presenza di servizi sanitari vicini alla popolazione.

Per il vero non tutti hanno partecipato e condiviso la scelta di sposare la causa del nuovo ospedale: Rifondazione Comunista si è dichiarata da subito contraria ed oggi, che la operazione sembra concretizzarsi è ancora più determinata nella sua opposizione.

Non ne avevamo bisogno, ma quello che ci ha ulteriormente convinto di essere dalla parte della ragione è stata la visita della Moratti, oggi assessora regionale alla sanità lombarda, subentrata al “povero” Gallera, estromesso e capro espiatorio delle tante ed imperdonabili castronerie commesse nella gestione della sanità lombarda dalla gestione Fontana. Nella sua visita l'assessora, pochi giorni fa, con un'operazione degna del miglior trasformismo,

  • ha ignorato ed insabbiato 15 anni di malgoverno della sanità lombarda, caratterizzata da una politica finalizzata alla distruzione del servizio sanitario pubblico per aumentare gli spazi ai grandi colossi della sanità privata che in Lombardia hanno trovato terreno fertile e grandi opportunità per aumentare i propri profitti, in una logica di privatizzazioni, di ruberie e scandali che ha visto in organica continuità la gestione Formigoni-Maroni-Fontana,
  • ci ha raccontato in modo molto determinato di una regione che per prima ha saputo dotarsi di una legge che riordina la sanità sfruttando i fondi europei del PNRR, che è votata alla sanità territoriale, che ha organizzato il più efficiente piano vaccinale riesumando il buon Bertolaso,
  • ha confermato i finanziamenti del nuovo ospedale assicurando che sarà tecnologicamente avanzato, con un DEA di secondo livello, che avrà la massima attenzione al benessere del paziente ed una grande attenzione alla sostenibilità ambientale.

Nei momenti più bui della pandemia sono diventati virali due messaggi che noi non dimentichiamo:

La sanità pubblica ci salverà – La riorganizzazione della sanità pubblica non potrà essere gestita da chi l’ha portata alla rovina.

Ed allora noi pensiamo che la stessa Dirigenza e la stessa politica che ha portato a leggi sanitarie che favoriscono e dirottano scientemente l'utenza verso le cliniche e le strutture private, che appaltano ed esternalizzano i servizi, che hanno tagliato i finanziamenti alla sanità e bloccato le assunzioni del personale, che hanno distrutto la sanità territoriale, che hanno chiuso la TIN a Cremona, che penalizzano Casalmaggiore e l'Ospedale Oglio Po, non possono credibilmente raccontarci che lavoreranno per correggere le disfunzioni che hanno creato.

Rifondazione comunista di Cremona

RIFONDAZIONE COMUNISTA – SINISTRA EUROPEA LANCIA LA CAMPAGNA NAZIONALE CONTRO L’AUMENTO DELLE BOLLETTE, CONTRO IL RIPRISTINO DELLA LEGGE FORNERO SULLE PENSIONI E PER DIRE NO AL GOVERNO DRAGHI.

Dall'inizio di dicembre è cominciata la campagna nazionale  del partito della Rifondazione  Comunista- Sinistra Europea contro la manovra di bilancio del Governo Draghi e contro due misure emblema del carattere antipopolare delle sue politiche: l’aumento delle bollette e il ripristino della legge Fornero sulle pensioni con l’abolizione immediata di quota cento.
Con l’aumento delle bollette si colpiscono duramente i redditi di lavoratrici e lavoratori e  ceti popolari già impoveriti da decenni  di riduzione generalizzata di salari e stipendi per tutti, lavori precari, part time obbligati, mancati rinnovi contrattuali, disoccupazione e contratti pirata.
Sulle pensioni il Governo Draghi  continua la linea seguita da decenni dai Governi che l’hanno preceduto: pur di  non colpire le rendite e le grandi ricchezze , si bastonano i pensionati con allungamento continuo  della vita lavorativa, pensioni bassissime, tasse anche dieci volte superiori ad altri paesi europei e, per moltissimi, adeguamento solo parziale all’inflazione.
A dicembre saremo in tutte le piazze d’Italia, anche nella nostra provincia,  per dire “Basta rapine su salari, stipendi e pensioni!”
Per dire che di fronte alle politiche neoliberiste di questo Governo c’è una sola alternativa: lo sciopero generale e generalizzato. E per questo sosteniamo con convinzione lo sciopero generale appena indetto da CGIL e UIL per la giornata del 16 dicembre, come abbiamo sostenuto e sosterremo le altre iniziative e  rivendicazioni contro le politiche antipopolari e classiste del Governo Draghi.
Nei nostri presidi, gazebo, banchetti raccoglieremo le firme delle cittadine e dei cittadini, da inviare al Governo attraverso le Prefetture, su queste proposte:
- contro gli aumenti delle bollette si taglino i profitti delle grandi aziende che distribuiscono e vendono il gas e l'energia elettrica come è stato fatto in Spagna; si eliminino oneri di sistema obsoleti, si dia finalmente un taglio alle accise, alle addizionali regionali e all’Iva, tasse pagate in prevalenza dai ceti popolari;
- per le pensioni proponiamo di cassare l’imbroglio di quota 102; per gli uomini la pensione a 60 anni o con 40 di contributi; per le donne la pensione a 55 anni o 35 di contributi; che si metta fine alle pensioni sotto i mille euro e l’adeguamento integrale delle pensioni all’inflazione.

I primi banchetti previsti in zona saranno a Cremona sabato 11 dicembre dalle 10 alle 13 in corso Campi angolo vicolo Virgilio, domenica 12 nella piazza del Cittanova dalle 15,30 alle 18,30, sabato 18 dicembre al mercato di Casalmaggiore dalle 10 alle 12,30.

E' sempre possibile firmare presso la sede del PRC di Cremona in via Cavitelli 4 al mattino dalle 11 alle 12,30 (tel. 375 5035295), a Piadena rivolgendosi a Andrea Volpi (339 1766887), a Casalmaggiore presso il circolo Rive Gauche contattando Gloria Barili (339 6663709)

Allegati:
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Caro Piero, le compagne e i compagni del PRC di Cremona ti salutano.

E così Piero Morini ci ha lasciati, non tanto per tornare nella sua più che amata Romagna, dove è nato, ma per sempre.

È diventato segretario in uno dei momenti più difficili del Partito, ma con il suo ottimismo, il suo impegno e la sua grande capacità organizzativa è riuscito a mantenere unite/i e attive/i le compagne e i compagni.
Sapeva apprezzare e motivare ogni iscritto e militante.
Era accogliente e aperto, sempre disposto al dialogo ed al confronto.
La Federazione di Cremona ed il Partito tutto gli saranno sempre riconoscenti per quanto da lui fatto, anche se dal 2009 le nostre strade si sono separate.
Caro Piero, le compagne e i compagni del PRC di Cremona ti salutano

Rifondazione Comunista, Federazione provinciale di Cremona

 

PRIMO MAGGIO – Prima le Lavoratrici e i Lavoratori

Iniziativa in diretta streaming con collegamenti con LAVORATRICI e LAVORATORI da tutte le città d’Italia.

Interverranno:

– VITTORIO AGNOLETTO
– DANTE DE ANGELIS
– FRANCESCA FORNARIO

L’iniziativa verrà trasmessa sulle seguenti pagine Facebook:

– Partito della Rifondazione Comunista
– Prima le Lavoratrici e i Lavoratori
E sul canale YouTube del Dipartimento Nazionale Lavoro del Prc/SE

questo link l’evento Facebook

Segreteria regionale

Rifondazione Comunista Lombardia

www.rifondazionelombardia.it

IL CASO CREMONA - ARVEDI SECONDA ACCIAIERIA D’ITALIA

L’“altra Ilva” inquina nel silenzio. E nessuno vuol vedere i malati

di Gianni Barbacetto.

“C’è un tabù, in Lombardia, di cui non si deve parlare”, dice il dottor Paolo Ricci. È il cortocircuito tra inquinamento e patologie a Cremona, 80 chilometri da Milano. Una situazione epidemiologica allarmante: alto numero di malattie respiratorie, tumori al polmone, leucemie, nascite pre-termine. In un territorio dove sono concentrati un inceneritore, una discarica, due fabbriche di mangimi e soprattutto le acciaierie Arvedi, il secondo polo siderurgico italiano dopo l’Ilva di Taranto. Dell’Ilva si è molto parlato, discusso, polemizzato. Arvedi resta invece invisibile ai media. Intoccabile. Per anni il dottor Ricci – direttore dell’Osservatorio epidemiologico della Ats di Mantova e Cremona – ha cercato di completare uno studio epidemiologico sulla situazione cremonese. “Le istituzioni non mi hanno dato retta e, dopo anni di insistenze, non mi è rimasto altro che andare in pensione anticipata”.

Qualche dato lo ha comunque raccolto. Ed è preoccupante. Nell’area di Cremona ci sono ben dieci insediamenti pericolosi, soggetti all’obbligo di Aia (Autorizzazione integrata ambientale). Uno di questi, la raffineria Tamoil, ha chiuso le attività, ma fino al 2013 ha emesso 140 tonnellate all’anno di polveri sottili e circa 30 mila tonnellate di composti organici volatili. Degli altri nove insediamenti, l’acciaieria Arvedi è quella che inquina di più: emette 5,633 milioni di metri cubi di fumi all’ora, a cui si aggiungono i 442 mila di Arvedi Area Nord, dove vengono trattati i metalli, e i 425 mila di Arvedi Tubi Acciaio, che produce tubi. Altri 467 mila provengono dai due produttori di mangimi: il Consorzio Agrario (367 mila) e Ferraroni (100 mila). L’inceneritore locale – da cui era partita l’analisi di Ricci – aggiunge emissioni per 90 mila metri cubi all’ora. In più, la grande discarica di Crotta d’Adda raccoglie oltre 1 milione di metri cubi di rifiuti classificati come inerti, provenienti dalla Arvedi, che si aggiungono alle 300 tonnellate all’anno conferite all’interno dello stabilimento e ai 2 mila metri cubi di scorie nere destinate a essere trattate. Completa il quadro inquinante il traffico dell’autostrada Cremona-Brescia, che libera 1 tonnellata all’anno di polveri e di composti organici volatili.

Lo studio preliminare realizzato dal dottor Ricci e dai suoi collaboratori dell’osservatorio epidemiologico dell’azienda sanitaria locale ha rilevato più di una anomalia nella situazione sanitaria degli abitanti nel Comune di Cremona. Le ospedalizzazioni per patologie respiratorie sono risultate il 14 per cento in più rispetto a quelle della provincia di Cremona. L’incidenza di tumore al polmone il 7 per cento in più. La mortalità per tumore al polmone addirittura il 17 per cento in più. L’incidenza delle leucemie il 23 per cento in più. Le nascite pre-termine (possibili segnali di forte inquinamento ambientale) il 26 per cento in più. “Le malattie polmonari”, spiega il dottor Ricci, “sono compatibili con l’esposizione a polveri sottili, le leucemie con l’esposizione a benzene, le nascite premature con una esposizione a contaminanti ambientali”.

Per avere certezze sulla relazione tra insediamenti inquinanti e salute a Cremona dovrebbe essere completato lo studio epidemiologico avviato dal dottor Ricci e che oggi molte associazioni hanno chiesto a gran voce, anche con una lettera inviata al direttore generale della Ats Valpadana Salvatore Mannino, all’assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti e al ministro della Salute Roberto Speranza.

“Avevamo bisogno della collaborazione di un centro di ricerca, per incrociare e sviluppare i nostri dati”, racconta Ricci. “I burocrati ce lo hanno negato”. Il medico ha esperienza: in passato ha coordinato, per l’Associazione italiana dei registri tumori (Airtum), il progetto “Sentieri” dell’Istituto superiore di sanità, che ha monitorato 44 siti inquinati italiani detti “d’interesse nazionale”. Ma a Cremona non è riuscito a smuovere la situazione, a bucare il muro di gomma. “Io venivo dalla Ats (Azienda territoriale sanitaria) di Mantova. Quando questa fu unificata con la Ats di Cremona, fui considerato un po’ un marziano, perché al momento di rilasciare le autorizzazioni per le attività produttive cominciammo a considerare anche i rischi per la salute; e provammo a estendere anche a Cremona l’Osservatorio epidemiologico già sperimentato a Mantova”. Missione (quasi) impossibile. “Tutto il personale cremonese dell’omologo servizio fu destinato ad altri compiti, allora cercammo di lavorare almeno con i dati che ci arrivavano da quattro registri: mortalità, tumori, malformazioni congenite, patologie croniche. Per fotografare la situazione complessiva e analizzare l’andamento delle malattie in una popolazione, studiandone le cause e valutandone percorsi diagnostico-terapeutici, al fine di adeguare sia l’assistenza, sia la prevenzione. Questo, del resto, dovrebbe essere il lavoro di ogni Ats”. Poi sono però andati via via in pensione i pochi medici che facevano questo lavoro, senza la possibilità di passare il testimone ad altri. Infine è arrivata anche la pandemia da Covid-19. “Oggi il ritardo nell’aggiornamento dei registri di patologia è diventato incolmabile. L’Osservatorio è stato di fatto smantellato, a causa di una gestione meramente burocratica delle risorse umane”.

Tacciono la pubblica amministrazione e la politica. Protestano le associazioni ambientaliste. Fa sentire la sua voce Marco Degli Angeli, consigliere regionale Cinquestelle: “I dati sanitari e ambientali della nostra provincia sono da brivido. Il Covid ha evidenziato ancor di più la fragilità dei nostri cittadini. E quello che fa più rumore è il silenzio e l’inerzia delle istituzioni. Il Comune di Cremona non ha mai fatto sentire veramente la sua voce per pretendere il completamento dello studio epidemiologico e Regione Lombardia è rimasta come al solito alla finestra non fornendo ad Ats il supporto dovuto. È mancata completamente la volontà politica di capire che cosa succede a Cremona. Da anni chiediamo risposte, ma purtroppo nulla sembra scalfire il silenzio ovattato della nostra provincia”.

2021 Editoriale Il Fatto Quotidiano

Il 21 aprile 1921 avvenne l’assassinio, per mano fascista, di FERRUCCIO GHINAGLIA,

primo segretario della Federazione Pavese del Partito Comunista d’Italia.

È passato un secolo da quella tragica primavera del 1921.

In quel periodo, dopo le lotte operarie e bracciantili del “biennio rosso” (1919-1920) si sviluppò la reazione delle classi dominati.

Agrari e industriali pagarono lo squadrismo fascista che, impunito e protetto dall’apparato dello stato, si scagliò contro le organizzazioni del proletariato uccidendo, distruggendo sedi sindacali, case del popolo, sezioni socialiste e comuniste.

Molte furono le vittime, soprattutto nei piccoli centri agricoli.

In questo quadro ci fu l’agguato contro Ferruccio Ghinaglia.

Ghinaglia, nato nel 1899 a Casalbuttano in provincia di Cremona, aderì sin da giovanissimo al Partito Socialista. Vinse, per gli eccezionali risultati negli studi, un posto gratuito al collegio Ghisglieri di Pavia.

Dopo il servizio militare riprese gli studi in Pavia alla facoltà di medicina, dove rapidamente s’impegnò nella battaglia politica. Divenne segretario provinciale della Federazione Giovanile Socialista che all’epoca contava nella nostra provincia 3200 iscritti e ottantacinque circoli.

Fondò il settimanale “Vedetta Rossa”.

Al congresso del gennaio 1921, Ghinaglia aderì al Partito Comunista d’Italia. Pressoché l’intera Federazione Giovanile Socialista della Federazione di Pavia aderì al nuovo Partito. Ghinaglia divenne segretario provinciale del Partito Comunista. Aveva appena ventidue anni.

In pochi mesi ebbe modo di sviluppare un’intensa attività: segretario provinciale Comunista, segretario della Lega proletaria Mutilati, Invalidi e Combattenti, redattore di “Falce e Martello”prima e poi di “Idea Nostra”.

Secondo tutte le testimonianze era un propagandista e oratore instancabile, la sera del 21 aprile 1921, mentre si recava in Borgo Ticino a un’assemblea, assieme ad altri compagni, appena attraversati il Ponte Coperto, veniva raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco. Ghinaglia fu colpito a morte e altri quattro compagni furono gravemente feriti. Il giorno dopo, per protesta l’Università sospese le lezioni. I funerali furono imponenti con un corteo di migliaia di lavoratori e studenti, con centinaia di bandiere rosse che accompagnò la salma di Ghinaglia alla stazione, perché fosse trasportata a Cremona.

A Pavia nel luogo dell’uccisione, in Borgo Ticino, sorge il monumento eretto in ricordo di Ferruccio Ghinaglia.

Un altro monumento in ricordo di questo nostro compagno è stato posta al cimitero di Cremona.

Il 21 Aprile di quest’anno, alle ore 17,30 in Borgo Ticino a Pavia davanti al monumento di Ferruccio Ghinaglia si recherà una delegazione del Partito della Rifondazione Comunista e dei Giovani Comunisti per ricordare il primo segretario comunista della Provincia di Pavia e tutte le vittime del fascismo.

Pavia 12 aprile ’21

Piero Rusconi segretario Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Pavia.

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Sabato 10 aprile in piazza Stradivari per il diritto alla salute, per il diritto alla cura, per la qualità della vita, per la necessità di vivere in un ambiente sano.

Insieme e in collegamento con 30 piazze in Lombardia e in giro per l'Italia per sospendere i brevetti sui vaccini (ICE noprofitonpandemic.eu/it/), per rivoluzionare il sistema sanitario lombardo (abrogazione lr 23/2015) e per un sistema sanitario universale, pubblico e gratuito, per cambiare radicalmente le scelte politiche su economia e ambiente, per chiedere verità e giustizia su quanto accaduto nelle case di riposo.

Perché la salute non è un merce, la sanità non è un'azienda! 

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