Tutto è bene quel che finisce bene? Pensavamo di aver visto tutto, invece c’è sempre chi non delude le aspettative. Dopo le sconsiderate scelte di Regione Lombardia che hanno di fatto portato ad azzerare la prevenzione e i servizi territoriali, a concentrare l’attenzione sui grandi ospedali e sulle prestazioni a tariffa; dopo aver creato un sistema dove malaffare e malasanità sono prosperati nel rapporto pubblico-privato; dopo le frodi sulle prestazioni, i camici dei parenti del governatore Fontana, la vergognosa gestione degli strumenti di protezione individuale per il personale sanitario e socio-sanitario, oggi a Cremona abbiamo toccato con mano la palese incapacità di Regione Lombardia nella gestione della campagna vaccinale. Le notizie delle ultime settimane ci parlano di prenotazioni fatte seguendo le procedure cui il gestore regionale non ha mai dato riscontro (soprattutto a chi non avendo un cellulare ha fornito numero di telefono fisso e mail), di avvisi notturni recapitati ai cellulari degli utenti, che fissano l’appuntamento per il mattino del giorno seguente o arrivati ad orario ormai scaduto, a prestazioni andate a buon fine ma che chiedono all’utenza dell’Alto Cremasco di recarsi “comodamente” nel Casalasco a più di 100 km, mentre residenti della bassa bresciana ordinatamente si sottopongono a vaccinazione nella vicina Soresina.
Oggi il sistema regionale ha fallito ancora a Cremona rischiando di lasciare scoperta la giornata e di sprecare centinaia di dosi. Delle 500 prenotazioni solo un’ottantina sono andate a buone fine e se non fosse stato per la risposta di massa della popolazione i vaccini sarebbero andati sprecati davvero. Tutta la mattina si sono succedute notizie contrastanti: in mancanza di una comunicazione ufficiale ed univoca dell’ASST (e se c’era non l’abbiamo trovata!) l’appello a recarsi alla Fiera per vaccinarsi è volato di messaggio in messaggio, tra social e whatshapp, intrecciando comunicazioni di amministratori locali e privati cittadini, è poi apparso su articoli di giornali online che riportavano notizie diverse e alcune volte contrastanti, sulle categorie e sulle modalità con cui presentarsi in Fiera. Altre notizie, ancora diverse, arrivavano su social e cellulari nel frattempo da chi, corso in fiera, aveva ottenuto un posto per vaccinarsi.
Nella totale colpevole disorganizzazione regionale le istituzioni locali dovrebbero intervenire per evitare ulteriore confusione e smarrimento nella popolazione.
Non dovrebbe essere particolarmente complesso per le amministrazioni e le istituzioni sanitarie locali seguire un elenco in aggiornamento costante delle categorie che debbono sottoporsi prioritariamente alla vaccinazione in modo da poter procedere con ordine e trasparenza, tramite canali ufficiali e chiamate dirette individuali, in ogni caso ed eventualità in cui il sistema regionale fallisse. Cosa appunto non così remota.
Oggi è andata bene lo stesso: le persone sono state vaccinate e nessuna fiala è stata buttata via. Ma non si può continuare a procedere con questa totale approssimazione e soprattutto non si può non richiamare ancora una volta il Governo alle sue responsabilità: commissariare la sanità lombarda è sempre più urgente e necessario!
20/03/2021
Francesca Berardi
Segretaria Provinciale Cremona
Partito della Rifondazione Comunista
SinistraEuropea